La propaganda è “l’attività di disseminazione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni” ovvero il “conscio, metodico e pianificato utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere specifici obiettivi atti a beneficiare coloro che organizzano il processo”. In antitesi alla propaganda dovrebbe essere la pura e semplice esposizione dei fatti nella loro completezza ovvero la descrizione della realtà nella sua interezza.
Che cos’è la propaganda e come viene usata per ottenere consenso?
Quali sono i passaggi che portano un’idea ad affermarsi e a essere condivisa dalla maggior parte delle persone?
Devono essere stati questi alcuni dei quesiti che spinsero Edward Louis Bernays a scrivere Propaganda, uno dei suoi libri più importanti, uscito negli Stati Uniti nel 1928. Nato a Vienna nel 1891 e trasferitosi in America poco dopo, Bernays è stato uno dei più importanti esperti di pubbliche relazioni e di comunicazione. Fu tra i primi a capire che la propaganda funzionava attraverso delicati meccanismi che dovevano “prendere in considerazione non solo l’individuo o l’opinione pubblica in quanto tali ma anche e soprattutto la struttura organizzativa della società”. Non deve dunque stupire se nel libro troviamo esempi e analisi sia di propaganda politica sia di pubblicità commerciale: il metodo attraverso il quale si opera, per Bernays, è lo stesso.
Tecniche di propaganda nel secolo scorso

Le così dette fake news si basano sull’utilizzo di metodologie di comunicazione appartenenti alle tecniche di propaganda, in grado dunque di persuadere i destinatari del messaggio. In molte di queste tecniche si possono trovare anche falle logiche, in quanto i propagandisti usano argomenti che, anche se a volte convincenti, non sono necessariamente validi.
Del tempo è stato speso per analizzare i mezzi con cui vengono trasmessi i messaggi propagandistici, e questo lavoro è importante, ma è chiaro che le strategie di disseminazione di informazioni diventano strategie di diffusione della propaganda solo quando sono accoppiate a messaggi propagandistici. Identificare questi messaggi è un prerequisito necessario per studiare i metodi con cui questi vengono diffusi. Ecco perché è essenziale avere qualche conoscenza delle tecniche di produzione della propaganda.
Contenuto, Fonte e messaggio
- Contenuto: il contenuto della propaganda deve essere politico, direttamente o indirettamente. Il messaggio può sembrare “politicizzato” solo superficialmente ma, se analizzato in profondità, la sua valenza politica appare ben definita.
- Controllo dei messaggi: un aspetto importante è che il mittente controlla il messaggio al 100%; sia nella fase di produzione che di diffusione.
- Obiettivo: lo scopo del messaggio è di promuovere gli interessi e le idee del mittente, oltre che offrire risposte a diversi destinatari in base a determinati scopi, anteriormente prestabiliti.
Alcuni governi hanno usato molte di queste tecniche per suscitare sentimenti negativi o azioni popolari a sfavore o a favore di un determinato soggetto.
- Uso di etichette negative: è la condanna di un’idea applicando un’etichetta negativa, anche se non ci sono argomenti oggettivi che possano sostenerla. Ad esempio, l’uso dell’etichetta “l’asse del male” può usarsi nei confronti di un gruppo antagonista che non condivide le nostre stesse idee.
- Definizione asimmetrica: sfruttare l’ambiguità di alcune parole in modo da evocare nei destinatari un messaggio diverso da quello che effettivamente significano. Ad esempio, dire che l’obiettivo della guerra è “la pace”. Il concetto di pace è assai diverso per un capo di governo o un cittadino.
- Generalizzazione risonante: viene messa in pratica usando frasi altisonanti ma vaghe, con uno scarso valore informativo ma emotivamente cariche. Ad esempio, il candidato X rappresenta un “grande cambiamento” per il paese.
Tecniche di propaganda politica basate sull’autorità della fonte
Questa tecnica di propaganda politica sfrutta l’autorità della fonte. In questo modo la validità di un’idea o di un messaggio viene confermata a priori, in modo automatico. Alcuni esempi sono:
- Costruire il significato attraverso fonti segrete: riferirsi a fonti la cui identità o origine non viene rivelata e di cui si parla in termini generici. In questo modo, citarli come “fonti attendibili” è sufficiente per rendere credibile un messaggio, dato che nessuno è in grado di smentire la presunta veridicità. Ad esempio: “fonti attendibili e vicine al partito confermano che il politico X era al corrente del finanziamento illegale…”.
- I saggi non possono sbagliare: chiamare in causa persone di grande prestigio e parafrasare una loro idea consente alla propaganda politica di guadagnare credito. Ad esempio, “il filosofo X diceva le stesse cose che diciamo noi oggi”. Il cosiddetto argomento dell’autorità che nessun comune mortale si sente in grado di mettere in discussione.
- La macchina del fango: viene messa in moto per screditare il mittente di un messaggio, senza preoccuparsi degli argomenti a sostegno delle sue idee. Ciò avviene quando un leader avversario viene apostrofato come “bugiardo” o “inaffidabile”. Nella retorica, questa tecnica è nota come argumentum ad hominem (“argomento contro l’uomo”) e serve appunto per contestare l’interlocutore e non il suo messaggio.
“Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Chi può fornire loro illusioni diviene facilmente il loro comandante; chi tenta di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima.”
GUSTAVE LE BON
Propaganda Azione che tende a influire sull’opinione pubblica e i mezzi con cui viene svolta. È un tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto. La propaganda utilizza tecniche comunicative che richiedono competenze professionali, nonché l’accesso a mezzi di comunicazione di vario tipo, in particolare ai mass media, e implicano un certo grado di occultamento, manipolazione, selettività rispetto alla verità. I messaggi possono arrivare a implicare diversi gradi di coercizione o di minaccia, possono far leva sulla paura o appellarsi ad aspirazioni positive.
Fonte: Diz. Treccani
Rientrano nella propaganda alcune forme di comunicazione pubblica istituzionalizzata come l’attività di pubbliche relazioni di organi governativi, grandi imprese e altre istituzioni, le campagne politiche, le campagne di pubblica informazione. Assai più forte che nell’antichità (che pure non la ignorava), la necessità della Propaganda si è affermata in tempi recenti, in relazione con la sempre maggiore partecipazione delle masse e con il riconoscimento dell’opinione pubblica come forza agente nella storia.
La Propaganda moderna tende a rivolgersi in modo particolare non alla ragione, bensì all’inconscio e all’irrazionale; si avvale quindi della psicologia, della sociologia, della psicologia delle masse ecc., per elaborare una tecnica speciale, identica nella sua sostanza a quella della propaganda commerciale, detta propriamente pubblicità. I mezzi cui ricorre la propaganda sono tutti quelli atti a provocare emozioni intense, anche se non immediatamente apparenti, ma durature, quali la creazione di slogan ripetuti costantemente dalla radio, televisione, stampa, manifesti ecc., e anche forme di più sottile diffusione, quali la letteratura, il teatro, le arti figurative ecc., che possono più facilmente influenzare i ceti colti.
Caratteristica specifica dei regimi autoritari, o che comunque, affermatisi in opposizione a tradizioni e interessi ben radicati, debbano rapidamente conquistarsi il favore delle masse e delle élite, la propaganda è però strumento di tutti i governi in occasione di quelle crisi, internazionali e interne, che rendano necessario convogliare in un’unica direzione la volontà del popolo, in special modo nelle guerre. Il largo uso della propaganda si affermò infatti particolarmente a partire dalla Prima guerra mondiale ed ebbe immenso sviluppo nei decenni successivi, specie in quei paesi, come la Germania o l’Italia, dove si instaurarono regimi autoritari a base demagogica.
Propaganda nei regimi autoritari. Un aiuto dalla storia recente
Tipica dei regimi autoritari è l’organizzazione statale della propaganda (ministeri della P., della Cultura popolare ecc.).
La Seconda guerra mondiale diede luogo a un enorme sviluppo qualitativo e quantitativo della propaganda (definita anche guerra psicologica), impiegata all’estero con lo scopo di minare in tutti i modi la resistenza dei nemici (‘quinte colonne’), e all’interno degli Stati belligeranti per incrementare l’immane sforzo morale, sociale, economico, cui erano sottoposti dalla guerra totalitaria.
Nei sistemi politici contemporanei la propaganda si presenta con due caratteristiche costanti: in quanto rapporto di comunicazione di massa, presuppone sempre un soggetto emittente e un altro ricevente, quest’ultimo, di solito, in posizione né attiva, né informata; in quanto strumento di mobilitazione e legittimazione politica, è in relazione diretta con i livelli di ideologizzazione dei regimi politici, è cioè più diffusa nelle democrazie ad alta conflittualità e nei sistemi totalitari.
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